mercoledì 11 luglio 2007

Napoli e la buona novella

(Andy Warhol - "Fate presto", 1981)

In questi giorni l’opinione pubblica è catalizzata, per l’ennesima volta, da sterili polemiche, ormai capaci di autoalimentarsi, che rischiano, in un perverso tam tam giornalistico, di fare ben più male a questa plurimartoriata città dei titoli – provocatori o, a volte, esageratamente allarmistici – che vi hanno dato inizio.
Penso all’allarme lanciato dall’ambasciata USA e ai relativi battibecchi con il Sindaco; ai dati CENSIS sulle presunte diminuzioni statistiche degli episodi di microriminalità; alle contestazioni sorte in merito alle dichiarazioni dell’Assessore Gambale che, nel corso del convegno organizzato da “L’altra Napoli”, invitava giustamente a non perdere di vista la pervasiva (e sotterranea) presenza della camorra nel tessuto vitale cittadino a favore di visioni parziali tutte orientate a soffermarsi sulla punta dell’iceberg costituita da scippi e rapine (espressione comunque di un sistema criminale unificato, come ci ha ricordato Saviano in Gomorra).
L’impressione generale è di una nuova corsa al massacro – deleteria nei suoi effetti – che sta sconvolgendo il panorama delle cronache, aggiungendo tinte fosche ad un quadro già disperato.
E’ invece sempre più forte l’esigenza di rimettere in moto un circolo virtuoso che consenta alle energie positive della città di emergere, fare mostra di sé e, soprattutto creare notizia in positivo.
Dall’altro, è innegabile prendere atto della necessità di coinvolgere il più ampio numero di cittadini – che in un simile contesto si sentono ormai demotivati a lottare - in una rinnovata tenzone all’affermazione dei principi di legalità e democrazia partecipata.
E’ da qui che bisogna ripartire, tenendo ben presente che, fin quando notizie e opinione pubblica risultano assorbite da polemiche fini a se stesse, l’unico a trarne giovamento è il sistema camorristico illegale, vivo e vegeto più che mai nei suoi multiformi aspetti.