mercoledì 17 ottobre 2007

Eccellenza e le eccellenze

Joseph Beuys, Terremoto in palazzo, 1981
(dalla installazione permanente Terrae motus, Reggia di Caserta)









Tre milioni e mezzo di cittadini in fila ai seggi per le primarie. Tra loro anche molti di quelli presenti qualche settimana fa al V-Day e tacciati di "antipolitica". Un significativo segno di democrazia, sospinto dall'entusiasmo della partecipazione diretta ad una nuova pagina della storia politica. Sintomo evidente che la politica non è morta, ma che quelli che dovrebbero essere i suoi veri protagonisti, ovvero i membri della civitas, e non i "politici" acchiappapoltrone, desiderano sentirsi protagonisti del cambiamento.


Ma quanto, nella realtà, attua gli alti fini che li ha tirati giù dal letto in una domenica di un primaverile autunno?


Le candidature: non può dirsi che a cittadini e società civile sia stato riservato un posto privilegiato. Anzi, i seggi delle liste forti sono stati riservati alle liste dei notabili poltitici, che hanno ingaggiato una corsa al seggio. Nessun volto nuovo nell'Assemblea nazionale. I risultati parlano da sé. Conseguenza: la tensione partecipativa è frustrata ab initio. Insomma, invece di cercare di costruire l'eccellenza si sono privilegiate le "eccellenze".


Nessun terremoto in palazzo, dunque, per parafrasare il titolo di uno dei più noti artisti contemporanei, Joseph Beuys.


Un sogno, quello della partecipazione democratica, per ora nel cassetto; ma un segno per i politici autoreferenziali chiusisi a riccio nella stanza dei bottoni: è bene mettere immediatamente mano a nuove dinamiche che consentano al popolo delle primarie di partecipare realmente. Diversamente il partito sarà il loro vuoto contenitore.