In questi giorni l’opinione pubblica è catalizzata, per l’ennesima volta, da sterili polemiche, ormai capaci di autoalimentarsi, che rischiano, in un perverso tam tam giornalistico, di fare ben più male a questa plurimartoriata città dei titoli – provocatori o, a volte, esageratamente allarmistici – che vi hanno dato inizio.
Penso all’allarme lanciato dall’ambasciata USA e ai relativi battibecchi con il Sindaco; ai dati CENSIS sulle presunte diminuzioni statistiche degli episodi di microriminalità; alle contestazioni sorte in merito alle dichiarazioni dell’Assessore Gambale che, nel corso del convegno organizzato da “L’altra Napoli”, invitava giustamente a non perdere di vista la pervasiva (e sotterranea) presenza della camorra nel tessuto vitale cittadino a favore di visioni parziali tutte orientate a soffermarsi sulla punta dell’iceberg costituita da scippi e rapine (espressione comunque di un sistema criminale unificato, come ci ha ricordato Saviano in Gomorra).
L’impressione generale è di una nuova corsa al massacro – deleteria nei suoi effetti – che sta sconvolgendo il panorama delle cronache, aggiungendo tinte fosche ad un quadro già disperato.
E’ invece sempre più forte l’esigenza di rimettere in moto un circolo virtuoso che consenta alle energie positive della città di emergere, fare mostra di sé e, soprattutto creare notizia in positivo.
Dall’altro, è innegabile prendere atto della necessità di coinvolgere il più ampio numero di cittadini – che in un simile contesto si sentono ormai demotivati a lottare - in una rinnovata tenzone all’affermazione dei principi di legalità e democrazia partecipata.
E’ da qui che bisogna ripartire, tenendo ben presente che, fin quando notizie e opinione pubblica risultano assorbite da polemiche fini a se stesse, l’unico a trarne giovamento è il sistema camorristico illegale, vivo e vegeto più che mai nei suoi multiformi aspetti.
Penso all’allarme lanciato dall’ambasciata USA e ai relativi battibecchi con il Sindaco; ai dati CENSIS sulle presunte diminuzioni statistiche degli episodi di microriminalità; alle contestazioni sorte in merito alle dichiarazioni dell’Assessore Gambale che, nel corso del convegno organizzato da “L’altra Napoli”, invitava giustamente a non perdere di vista la pervasiva (e sotterranea) presenza della camorra nel tessuto vitale cittadino a favore di visioni parziali tutte orientate a soffermarsi sulla punta dell’iceberg costituita da scippi e rapine (espressione comunque di un sistema criminale unificato, come ci ha ricordato Saviano in Gomorra).
L’impressione generale è di una nuova corsa al massacro – deleteria nei suoi effetti – che sta sconvolgendo il panorama delle cronache, aggiungendo tinte fosche ad un quadro già disperato.
E’ invece sempre più forte l’esigenza di rimettere in moto un circolo virtuoso che consenta alle energie positive della città di emergere, fare mostra di sé e, soprattutto creare notizia in positivo.
Dall’altro, è innegabile prendere atto della necessità di coinvolgere il più ampio numero di cittadini – che in un simile contesto si sentono ormai demotivati a lottare - in una rinnovata tenzone all’affermazione dei principi di legalità e democrazia partecipata.
E’ da qui che bisogna ripartire, tenendo ben presente che, fin quando notizie e opinione pubblica risultano assorbite da polemiche fini a se stesse, l’unico a trarne giovamento è il sistema camorristico illegale, vivo e vegeto più che mai nei suoi multiformi aspetti.
10 commenti:
Città di monnezza in tutti i sensi. Ecco la notizia
E' vero. La polemica distrae dai problemi. E soprattutto dà forza al sistema del circuito illegale perché focalizza le attenzioni su altri aromenti.
Non bisogna perdere di vista la vita reale e la lotta ad ogni forma di illegalità. Senza sosta.
E che dire se la Iervolino, invece di rintuzzare stizzita alle critiche sulla città, affidasse il rilancio dell'immagine ad una sapiente campagna di informazione mediante un pubblicitario?
Non c'è un attimo da perdere!
La camorra ci ha messi sotto assedio e noi stiamo ancora a polemizzare per sciocchezze, senza unificare le forze. A quando una manifestazione di piazza di tutti gli onesti? Dobbiamo riappropriarci della città
Che fine hanno fatto i forum della Iervolino della campagna elettorale?
E che spazi ci riserva?
Vogliamo contare di più. Essere ascoltati. Poter parlare e fare in modo che i giornali possano diffondere anche la nostra voce.
Sappiano, Bassolino in testa che ama circondarsi sempre degli stessi consulenti e consiglieri (che godono di presunzione di infallibilità), che c'è un pezzo di società civile che opera, lavora e rende servizio alla società con dignità (e risultato)senza essere stato mai minimamente beneficato da elargizioni ed elemosine.
Se le cose vanno male, si sono mai chiesti se si sono circondati delle persone sbagliate?
E i potenti che dicono di noi poveri mortali?
I potenti non dicono niente di noi. Tanto stanno già al potere e possono farne a meno (fino alle prossime elezioni)
attendiamo ancora il "messia"... Aspetta e spera.....
Vogliamo esserci
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